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Articoli e cataloghi

Il debutto dell’Era fascista sulla cartamoneta italiana

Come gli appassionati di cartamoneta italiana ben sanno, l’impronta più evidente e simbolica che Mussolini impose alla Banca d’Italia per quanto riguarda la cartamoneta è rappresentata dal cambio del contrassegno di Stato che, a partire dal 1926, consta di un fascio littorio con la dicitura su tre righe, a sinistra, OTTO | BRE | 1922, in ricordo della Marcia su Roma.

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Un unicum: le 50 lire del Banco di Napoli del 1867

“Il piacere della scoperta”, questo è il sottotitolo di “Ulisse”, una delle più note trasmissioni televisive della Rai. Avrei voluto utilizzare la stessa locuzione per il titolo di questo breve articolo perché sintetizza efficacemente il sentimento che ho provato nel poter avere tra le mani un biglietto mai illustrato. Si notano subito i due cavalli contrapposti

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Un inedito assegno a taglio fisso della Banca d’Italia

Quello che oggi voglio porre all’attenzione dei lettori è uno tra i più particolari e affascinanti biglietti che abbia mi sia finora capitato di poter studiare e possedere. Dall’armistizio dell’8 settembre 1943, il Governo della neonata Repubblica Sociale Italiana si trova a dover fronteggiare una forte carenza di biglietti della Banca d’Italia. Al fine di

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Finalmente svelato l’autore delle 2 lire Cavour

Delle banconote italiane sappiamo molto, di quelle della Banca d’Italia quasi tutto, ma spesso degli esemplari antecedenti al 1893 conosciamo pochi particolari. Negli anni Sessanta del XIX secolo non esistevano in Italia aziende specializzate nella produzione di banconote, per questo motivo gli Istituti di emissione presenti sul territorio si rivolgevano fuori dai confini nazionali: la Banca

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IL PITTORE DELLE BANCONOTE: GIOVANNI CAPRANESI

Al denaro è da sempre associata una connotazione negativa. E’ come se, essendo potenziale fonte di illeciti quali la rapina, la corruzione, la falsificazione, avesse qualcosa da farsi perdonare. Se un perdono c’è stato, a noi non è concesso saperlo, ma se così fosse gran parte dei meriti andrebbero a Giovanni Capranesi, il pittore delle banconote.

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